Partiamo dal presupposto che con ogni probabilità la maggior parte dei gatti, potendo scegliere, vorrebbe vivere almeno parte della propria giornata all’aria aperta, in libertà, senza la costrizione delle mura domestiche. La natura li chiama, risveglia il loro istinto felino e gli offre numerosi elementi di interesse: l’esplorazione del territorio, l’incontro con altri gatti, la possibilità di cacciare e di fare nuove esperienze.
Del resto fino a poco più di 50 anni fa praticamente tutti i gatti, anche quelli adottati dall’uomo, passavano all’aperto buona parte della loro esistenza. La svolta, con il conseguente ingresso in pianta stabile dei mici nelle case dei padroni, arriva quando sul mercato vengono lanciate le prime lettiere igieniche, a conferma di quanto le evoluzioni commerciali possano spesso trasformarsi in evoluzioni sociali e di costume.
Oggi la decisione è lasciata al proprietario e dipende da una serie concomitante di fattori, in primis di tipo ambientale. È ovvio infatti che per chi vive in campagna o ha un giardino a disposizione, la scelta di lasciare uscire il gatto diventa molto più semplice e naturale. Al contrario, chi vive in città o vicino a strade molto trafficante fa bene ad essere più scrupoloso per tutelare l’incolumità del proprio piccolo amico.
(Non) tutto il mondo è paese
Un altro elemento che influenza in modo non trascurabile l’orientamento dei padroni è, un po’ a sorpresa, quello geografico. Spostandoci nelle diverse aree del pianeta, infatti, ci troveremo di fronte ad abitudini consolidate molto diverse tra loro.
Negli Stati Uniti, ad esempio, gran parte delle organizzazioni di soccorso e dei registri delle razze raccomandano o addirittura impongono di tenere i gatti sempre in casa. Un approccio che ai nostri occhi appare fin troppo autoritario, dietro il quale fa capolino un’attitudine molto americana: proteggere a tutti i costi ciò che è proprio da pericoli veri o presunti.
In alcune regioni dell’Australia o della Nuova Zelanda esistono addirittura leggi che obbligano i padroni a tenere i gatti all’interno della propria proprietà, con multe piuttosto salate nel caso in cui l’animale “sconfini” arrecando disturbo o danno ai vicini.
In Europa e in particolare in Italia, invece, l’atteggiamento più diffuso tende a consentire al gatto di uscire e di passare qualche ora all’aperto, laddove possibile. Questo durante il giorno perché di notte l’animale viene quasi sempre richiamato in casa, al sicuro. Quello che quasi tutti i nostri esperti e veterinari raccomandano, comunque, è di rispettare l’indole dell’animale. Esistono gatti più paurosi o timidi per i quali il mondo esterno rappresenta una minaccia, mentre per molti altri mici lo spauracchio è la reclusione domestica integrale, che genera stress e problemi comportamentali.
Vantaggi e svantaggi
Analizziamo ora nel dettaglio i pro e contro delle due alternative: vita all’aria aperta o vita in casa? In entrambi i casi ci sono vantaggi e svantaggi da considerare prima di fare una scelta.
La prima cosa da dire è che è molto più semplice abituare ad uscire un gatto che ha sempre vissuto in casa piuttosto che fare il contrario. Il gatto cresciuto “libero” può soffrire un’improvvisa clausura ed evidenziare inappetenza e problemi comportamentali. Quando per qualsiasi ragione il cambiamento è inevitabile, bisogna compensare questa privazione con maggiori attenzioni verso l’animale, in particolare facendolo giocare e muovere molto.
Detto ciò, la vita in casa segna diversi punti a proprio favore, primo fra tutti una sensibile riduzione dei rischi a cui il micio è esposto. Il gatto che non esce dall’abitazione non deve fare i conti con una serie di pericoli oggettivi: veicoli che transitano in strade contigue, zuffe con altri gatti per il controllo del territorio, malattie infettive contratte da animali randagi nonché pulci e parassiti. Un altro aspetto non irrilevante riguarda il rapporto tra il gatto e il padrone che, nel caso della costante convivenza domestica, diventa più stretto ed empatico. L’animale tende ad affezionarsi di più al padrone e in generale ad interagire più facilmente con l’uomo.
Attenzione però: il gatto 100% domestico è meno attivo fisicamente, quindi incorre spesso in problemi di peso da compensare con un’alimentazione controllata e con tanto gioco, così da farlo muovere. In più questo gatto tenderà a tollerare a fatica l’arrivo in casa di altri felini, con cui non è abituato a relazionarsi. Senza trascurare gli svantaggi pratici come danni a divani, poltrone e mobili o “scalate” alle tende, nonché l’obbligo quotidiano di pulizia della lettiera igienica.
Il che ci porta a parlare dei plus associati alla vita all’aria aperta, altrettanto rilevanti. In generale il gatto che può uscire vive un’esistenza più naturale e può entrare in contatto con l’ambiente che originariamente faceva da sfondo alla vita dei suoi antenati felini. Qui può dare sfogo ai suoi istinti: cacciare, arrampicarsi, marcare il territorio, incontrare altri animali. In altre parole è più... gatto! A questo si aggiungono una maggiore attività fisica che aiuta a mantenere il corpo tonico e asciutto e, volendo, un supporto nel controllo di piccoli animali in giardino.
Per contro, come abbiamo già capito analizzando i vantaggi della vita domestica, l’ambiente esterno è ricco di potenziali minacce: automobili, aggressioni da parte di altri animali, malattie e parassiti, prodotti chimici che possono causare avvelenamento, smarrimento o rapimento da parte di persone senza scrupoli (soprattutto se il gatto è di razza).
Riduciamo I rischi all'esterno
Se dopo aver preso coscienza di tutti gli elementi in causa decidi di consentire al tuo gatto di spassarsela all’aria aperta, puoi mettere in atto diverse strategie per la riduzione del rischio che ti eviteranno troppe preoccupazioni.
Innanzitutto il gatto deve essere addestrato a rientrare quando lo chiami. Abitualo a riconoscere il suo nome e premialo con un “biscottino” quando reagisce positivamente alla chiamata. Seguilo durante le prime escursioni all’esterno e lascia pure che si allontani da casa, salvo poi riportarlo... alla base! Capirà così che è quello il suo punto di riferimento e memorizzerà il percorso per tornare.
Una buona precauzione è rappresentata dal collarino a cui puoi applicare una targhetta con il nome del gatto e il tuo numero di telefono: se dovesse perdersi e venire trovato, sapranno a chi rivolgersi.
Per tutelare ulteriormente il tuo amico puoi fargli applicare dal veterinario il microchip di identificazione, così da essere facilmente rintracciabile in caso di smarrimento e ritrovamento dell’animale. L’operazione è rapida e indolore, tanto che viene effettuata senza anestesia.
Superfluo aggiungere che il gatto semilibero necessita di vaccinazioni e di regolari trattamenti antiparassitari e che quando cala il sole deve comunque rientrare in casa: con il favore del buio i rischi si moltiplicano, soprattutto in termini di aggressioni da parte di altri animali.
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