La fermentazione è il processo che determina il gusto e la qualità della birra.
Si definisce alta, bassa o spontanea in base al procedimento adottato, in assenza di ossigeno o all’aria aperta. Scopriamo insieme le sue caratteristiche.
Birre a alta fermentazione
Conosciute come Ale, sono caratterizzate dalla presenza di lieviti aggiunti direttamente nel mosto.
Il lievito garantisce ottime prestazioni ad alte temperature determinandone la velocità del processo di fermentazione. Per attivare un’ulteriore fermentazione, al momento del confezionamento, il birrario aggiunge in bottiglie o in fusto mosto, lievito o zucchero. Questo permette di allungare la vita della birra e di affinarne il gusto.
Birre a bassa fermentazione
Conosciute come Lager, sono fermentate a temperature molto più basse rispetto alle Ale.
La loro produzione richiede più tempo e la necessità di un lungo periodo di maturazione a freddo chiamato “lagerizzazione”. Sono le birre più diffuse nel mercato globale e le loro radici sono riconducibili alla Germania, dove hanno soppiantato le birre ad alta fermentazione. Questa tecnica è quindi riconosciuta come quella più recente.
Birre a fermentazione spontanea
Grazie ad un processo di fermentazione meno diffuso che sfrutta i lieviti e i batteri nell’aria, le birre a fermentazione spontanea sono più particolari e affascinanti.
Nelle notti invernali belghe, il mosto viene raffreddato in grandi vasche per permettere ai batteri, ai lieviti e al mosto d’incontrarsi naturalmente e fermentare.